La crescente attenzione della comunità scientifica sull’alimentazione antinfiammatoria è frutto di numerosi studi che hanno evidenziato come l’infiammazione sia un fattore chiave alla base di molte patologie croniche, tra cui il cancro, le malattie cardiovascolari e il diabete. Secondo ricerche recenti, l’infiammazione gioca un ruolo cruciale nel processo di insorgenza di queste malattie, rendendo fondamentale l’approccio dietetico nella prevenzione.
Il professor Carlo La Vecchia, docente di Statistica Medica ed Epidemiologia all’Università degli Studi di Milano, ha sottolineato che l’indice infiammatorio della dieta è stato associato a diverse forme di cancro e a malattie cardiache. Ad esempio, il cancro gastrico è legato all’infezione da Helicobacter pylori, mentre l’epatite B e C sono responsabili di infezioni croniche che possono portare a infiammazioni e, in ultima analisi, al cancro al fegato. Anche il sovrappeso è un fattore di rischio per vari tipi di tumore e malattie cardiovascolari.
La Vecchia evidenzia l’importanza di un’alimentazione antinfiammatoria, che può contribuire a contrastare queste patologie. Riferendosi a studi recenti, il professore ha notato che i tumori epiteliali si riducono significativamente in individui che consumano elevate quantità di frutta e verdura.
Adottare un’alimentazione antinfiammatoria significa abbracciare una dieta prevalentemente vegetale. La Vecchia descrive questa alimentazione come simile alla dieta mediterranea, la quale si basa principalmente su legumi come fonte proteica, limitando il consumo di carne e pesce. Questa dieta è caratteristica dei Paesi del Mediterraneo, dove l’olio extravergine di oliva è la principale fonte di grassi.
L’olio extravergine di oliva rappresenta un elemento distintivo della dieta mediterranea, condiviso tra le diverse culture affacciate sul Mediterraneo. Sebbene ci siano variazioni nei tipi di alimenti consumati, l’uso dell’olio extravergine è un comune denominatore. Questo alimento è ricco di vitamina E e polifenoli, rendendolo un potente antiossidante e antinfiammatorio, come sottolineato dal professor La Vecchia.
La lista di alimenti considerati infiammatori include cibi ricchi di grassi saturi, prevalentemente di origine animale, e zuccheri semplici. Tra questi ultimi, spiccano gli alimenti trasformati e ultratransformati, incluse le bevande zuccherate, che contribuiscono a un aumento dell’infiammazione nel corpo.
Un aspetto da considerare riguarda gli alimenti ad alto indice glicemico, che sono strettamente correlati all’infiammazione. Questi alimenti, come i cereali raffinati, sono poveri di nutrienti e non forniscono elementi utili per contrastare gli effetti negativi sul metabolismo, che possono portare a stati infiammatori.
Limitare il consumo di determinati alimenti a favore di opzioni più salutari non è un compito impossibile. Tuttavia, i dati mostrano un allontanamento dalla dieta mediterranea, nonostante la consapevolezza della sua efficacia. La Vecchia osserva come, sebbene ci sia stata una certa miglioramento nelle abitudini alimentari, si stia perdendo la tradizione di preparare cibi semplici a casa, un aspetto che influisce negativamente sulla salute. Mangiare bene, afferma, è un investimento di tempo che ripaga in salute.