Coltivazione di 10mila ettari di terreno agricolo tramite contratti di filiera

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Circa 10.000 ettari di terreno agricolo nelle Marche sono attualmente coltivati grazie a contratti di filiera, una strategia che protegge gli agricoltori dalle fluttuazioni del mercato e garantisce prodotti di alta qualità per i trasformatori, la distribuzione e i consumatori. Questi accordi, di durata pluriennale, coinvolgono l’intera catena agricola, dalla produzione fino alla distribuzione. L’intento è pianificare le coltivazioni in base alla domanda effettiva, garantire stabilità dei prezzi, incentivare investimenti in sostenibilità e valorizzare le produzioni italiane, con particolare attenzione alla qualità e alla tracciabilità.

Il modello produttivo e i contratti di filiera

Il modello produttivo è stato promosso da Coldiretti e dai Consorzi Agrari d’Italia (CAI), i quali hanno già attivato contratti per diverse coltivazioni, tra cui il grano duro, il Senatore Cappelli, l’orzo da malteria e l’olio di semi di girasole destinato alla produzione di biocarburanti. Per l’anno 2025, si prevede che la produzione supererà i 300.000 quintali. Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche, ha dichiarato: “Il meccanismo garantisce simultaneamente produttori, industria di trasformazione e grande distribuzione, ma soprattutto assicura ai consumatori un prezzo trasparente“.

Verso una maggiore sostenibilità

Questa iniziativa rappresenta un passo importante verso una maggiore sostenibilità nel settore agricolo marchigiano, creando un legame diretto tra produttori e consumatori e riducendo il rischio di speculazioni. La valorizzazione delle produzioni locali non solo sostiene l’economia regionale, ma promuove anche un consumo responsabile e consapevole da parte dei cittadini. La filiera corta, dunque, si configura come un modello vincente per affrontare le sfide del mercato moderno, garantendo un futuro più stabile e sostenibile per l’agricoltura marchigiana.