Cucinare sul balcone in condominio: quali sono le regole da seguire?

Con l’arrivo della stagione calda nel 2025, molti residenti in appartamenti con un balcone o un terrazzo spazioso si trovano a considerare l’idea di cucinare all’aperto. Questa opportunità di socializzare e gustare un pasto in compagnia è allettante, ma porta con sé anche una serie di controversie con i vicini a causa dei possibili disagi.

La questione centrale rimane: è lecito cucinare sul balcone di un condominio? Di seguito si esplorerà la normativa vigente e le implicazioni da tenere in considerazione.

Cucinare sul balcone: quali sono i potenziali problemi

Se il balcone o il terrazzo sono sufficientemente ampi da ospitare un tavolo e attrezzature di cottura, alcuni residenti potrebbero decidere di utilizzare un barbecue portatile o un fornelletto per preparare cibi. Sebbene questa attività possa risultare divertente e appagante, è fondamentale considerare i possibili disturbi per i vicini o per gli altri condomini.

I problemi che possono sorgere includono:

  • L’emissione di fumi e odori sgradevoli, che possono diffondersi nell’aria e infastidire chi abita nelle vicinanze.
  • L’impatto negativo sul decoro dell’edificio, soprattutto se si installano attrezzature in modo permanente o visibile.
  • La possibilità che briciole o residui di cibo cadano sui piani sottostanti, creando disagi ai condomini al di sotto.

Cucinare sul balcone è legale?

Il balcone o il terrazzo rappresentano beni di proprietà esclusiva per il proprietario, il quale ha il diritto di utilizzarli come desidera, a patto di rispettare i diritti altrui. Pertanto, cucinare sul proprio balcone è consentito, poiché si tratta di un’attività svolta in una parte della propria proprietà.

Tuttavia, esistono alcune limitazioni e eccezioni. Un primo ostacolo potrebbe derivare da un divieto esplicito presente nel regolamento condominiale. Questo documento potrebbe contenere norme specifiche riguardanti l’uso del balcone, inclusi divieti o limitazioni alla possibilità di cucinare.

Un altro aspetto da considerare è il decoro dell’edificio. Ad esempio, se un proprietario installa un barbecue in muratura o un’attrezzatura ingombrante visibile dall’esterno, ciò potrebbe compromettere l’estetica dell’immobile. È importante ricordare che il Codice Civile, agli articoli 1120 e 1122, vieta modifiche che possano alterare il decoro architettonico dell’edificio, anche se effettuate su parti di proprietà esclusiva.

Il problema di fumi e odori nell’aria

Uno dei principali problemi legati alla cucina all’aperto è l’emissione di fumi e odori sgradevoli. La legge, in questo caso, è chiara. L’articolo 844 del Codice Civile stabilisce il divieto di immissioni nelle proprietà adiacenti che superano la soglia di tollerabilità, impedendo così ai vicini di godere del proprio bene.

Le immissioni possono riguardare vari aspetti, tra cui rumori, fumi e odori derivanti dalla cottura di cibi. La produzione di tali emissioni potrebbe risultare fastidiosa per i residenti vicini. È utile considerare la regola non scritta del buon senso: cucinare o fare un barbecue occasionalmente, per esempio durante una festa estiva, è diverso dall’adottare una condotta frequente. È consigliabile anche tenere presente la distanza dal balcone del vicino e posizionarsi nel punto più lontano possibile per ridurre i disagi.

Published by
Pamela Ciotti