Fatima, l’ultima di tre sorelle, si trova a fronteggiare un intenso conflitto interiore. Originaria della Francia e di origini algerine, è una giovane musulmana praticante e studentessa modello, con una passione per il football. Tuttavia, è tormentata dai sensi di colpa, poiché sta scoprendo la sua omosessualità , una realtà che la sua religione non accetta. Questo è il fulcro di “La Petite Dernière”, il film diretto dall’attrice Hafsia Herzi, già nota al pubblico per il suo ruolo in “Cous Cous” di Abdellatif Kechiche, che suscitò scalpore al Festival di Venezia nel 2007, dove vinse il Leone d’argento. Con questa nuova opera, Herzi fa il suo ingresso al Festival di Cannes del 2025, partecipando per la prima volta al concorso con un’opera che ritrae efficacemente una giovane di seconda generazione. La sua presenza è significativa, in quanto è una delle sette cineaste su un totale di ventidue titoli in competizione, un passo importante verso la parità di genere nel mondo del cinema.
Il debutto di Hafsia herzi al festival di cannes
Il Festival di Cannes 2025 si rivela un’importante piattaforma per le registe, e Hafsia Herzi è tra le protagoniste. Il suo film “La Petite Dernière” offre uno sguardo profondo sulla vita di Fatima, una giovane donna che vive una vita divisa tra la fede e la sua identità . Fatima, interpretata da Nadia Melliti, si confronta con le aspettative della sua cultura e della sua religione, mentre cerca di capire e accettare se stessa. La sua storia è un viaggio di scoperta personale, in cui la giovane si confronta con le pressioni familiari e sociali, e si trova a dover fare i conti con il suo amore per una ragazza. La regista, che ha già ottenuto riconoscimenti come attrice, si cimenta ora nella regia, portando sul grande schermo una narrazione che affronta temi di identità , fede e amore in un contesto contemporaneo.
La rappresentazione delle donne nel cinema contemporaneo
Il cinema sta attraversando un momento di trasformazione, con un crescente numero di donne che emergono come registe e produttrici. A Cannes, il panorama è arricchito da opere di cineaste come Julia Ducorneau, che presenta “Alpha”, e Carla Simon, che ha già vinto l’Orso d’oro a Berlino e ora porta “Romeria”. Anche Chie Hajakawa e Masha Schilinski contribuiscono a questa ondata di creatività femminile, dimostrando che le donne stanno guadagnando sempre più visibilità e riconoscimento nel settore. La presenza di Kristen Stewart, che debutterà con “The Chronology of Water”, e di Scarlett Johansson, che presenterà “Eleonor the Great”, evidenzia ulteriormente questo cambiamento, con storie che affrontano traumi e percorsi di autodeterminazione. Queste opere non solo arricchiscono il festival, ma segnano anche un passo avanti per la rappresentazione femminile nel cinema.
Il conflitto interiore di fatima
Nel film “La Petite Dernière”, Fatima affronta un profondo conflitto interiore. La sua vita quotidiana è caratterizzata da pratiche religiose, come la preghiera e la lettura del Corano, ma si scontra con la scoperta della sua omosessualità . La giovane vive un rapporto complesso con un fidanzato che desidera costruire un futuro tradizionale, mentre lei si sente attratta da una giovane infermiera coreana conosciuta online. Questo amore, che porta con sé gioie e dolori, la costringe a riflettere sulla sua identità e sul suo rapporto con Allah. In una scena particolarmente toccante, Fatima si rivolge a un imam per chiedere consiglio “per conto di un’amica”, ricevendo una risposta che mette in luce le tensioni tra la sua fede e i suoi sentimenti. La regista, attraverso la storia di Fatima, esplora temi di emancipazione e accettazione, ponendo domande fondamentali sulla fede e sull’amore in un contesto di conflitto culturale.