Nel 2027, Firenze si prepara a celebrare un evento significativo: la prima vendemmia della vigna urbana moderna situata nei pressi del famoso Piazzale Michelangelo. Questo progetto, voluto dall’azienda agricola Donne Fittipaldi di Bolgheri, non si limita alla produzione di vino, ma mira a ristabilire un legame profondo tra l’uomo, la terra e l’aria. Maria Fittipaldi Menarini, rappresentante dell’azienda, ha sottolineato che l’obiettivo principale è creare un rapporto che contrasti l’inaridimento del cemento e dell’asfalto, promuovendo un rispetto reciproco tra i vari elementi della natura.
Un esempio di biodiversità urbana
La vigna Michelangelo rappresenta un modello di come sia possibile coniugare la produzione vinicola con la tutela della biodiversità in contesti urbani. Questa iniziativa si inserisce nel contesto della Urban Vineyards Association (U.V.A.), un’associazione internazionale presieduta da Nicola Purrello, che gestisce un vigneto urbano a Catania, ai piedi dell’Etna. L’associazione ha come obiettivo la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio rurale e paesaggistico delle vigne urbane, promuovendo politiche di integrazione e sostenibilità che possano giovare alla collettività.
Attualmente, l’U.V.A. conta oltre venti vigne urbane associate in dieci Paesi distribuiti su quattro continenti. Tra queste, si annoverano luoghi iconici come il Clos Montmartre di Parigi e San Francesco della Vigna a Venezia, fino a realtà più lontane come Barcellona, Lione, Salonicco e Los Angeles. L’associazione prevede un ampliamento significativo in vista della seconda edizione della Giornata Mondiale della Vigna Urbana, che si svolgerà ad ottobre 2025, con l’intento di includere un numero maggiore di partecipanti.
Espansione e criteri di adesione
Recentemente, l’associazione ha accolto nuovi membri, tra cui Eichhorn Winery a Vienna, Studley Park Vineyard a Melbourne e Vinhedo Lacustre a Brasilia. Nicola Purrello ha affermato l’importanza di espandere la rete di vigneti urbani in nuovi Paesi e continenti, con l’obiettivo di collegare queste realtà, spesso nascoste nei contesti urbani. I criteri di adesione per i nuovi membri prevedono che le vigne siano situate in città con almeno 50.000 abitanti e che custodiscano un centinaio di piante, fungendo così da vere e proprie “arche di Noè” per la viticoltura.
La storicità delle vigne associate è un elemento fondamentale, come dimostrano esempi significativi quali la vigna di Leonardo a Milano, la Cascina Nuova con il suo anfiteatro di filari a Bergamo e le vigne del Palazzo dei Papi ad Avignone. Anche le realtà produttive nelle micro isole della laguna veneta si inseriscono in questa rete di resilienza e innovazione, contribuendo a un panorama vitivinicolo urbano in continua evoluzione.
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