Un gruppo di atomi e molecole che interagiscono per dare vita a nuovi composti e reazioni complesse: questa è l’immagine che spesso associamo alla chimica. Tuttavia, come sottolinea Silvia Bombardi, esperta insegnante di chimica, queste nozioni non catturano l’attenzione dei ragazzi se non sono già spinti da una curiosità intrinseca. Per questo motivo, ha deciso di raccogliere in un libro intitolato Libere e geniali. Particelle, scienziate e altre curiosità della chimica, edito da Hoepli, tutte le storie e gli aneddoti che ha condiviso durante le sue lezioni.
In un’intervista con Bombardi, abbiamo esplorato dieci curiosità sulla chimica che possono rendere questa materia molto più affascinante.
L’anestesia: una scoperta accidentale
Nel XVIII secolo, nel remoto paesino della Cornovaglia, nasce Humphry Davy. A soli 16 anni, inizia a lavorare come garzone in una farmacia, dove sviluppa un interesse per la chimica. Nel 1798, un professore dell’Università di Bristol lo invita a unirsi al suo laboratorio, dove vengono testati gas azotati per curare malattie respiratorie.
Davy sperimenta questi gas su se stesso e scopre il protossido di azoto, noto per indurre uno stato di euforia. Questo gas, che provoca una sensazione di allegria simile a quella dell’alcol, diventa rapidamente popolare e viene utilizzato durante feste e eventi. Durante uno spettacolo, un attore invita alcuni spettatori a provare il gas esilarante, e uno di loro, dopo aver inalato la sostanza, inciampa e cade, procurandosi un taglio al braccio. Sorprendentemente, non prova dolore. Così, il gas esilarante viene scoperto come anestetico, ma Davy non potrà mai sapere che il suo ritrovato verrà utilizzato in sala operatoria, come sottolinea Bombardi.
Ferite di laboratorio: una moda del XIX secolo
Nel XIX secolo, la chimica e gli esperimenti scientifici raggiungono un picco di popolarità. Gli scienziati di quel periodo, spesso privi di adeguate protezioni, mostrano con orgoglio le ferite ottenute durante le loro ricerche, quasi come un distintivo d’onore. Quando vengono introdotti dispositivi di protezione più sicuri, molti chimici scelgono di non indossarli, ritenendo che le cicatrici dimostrassero le loro capacità.
Un esempio emblematico è Robert Bunsen, che ha perso un occhio in un’esplosione e ha rischiato di soffocare a causa di fumi tossici. Nonostante ciò, decise di assaggiare acido cianidrico, un veleno mortale in dosi elevate, e grazie alla sua audacia, scoprì anche un antidoto.
I raggi X: una scoperta casuale con conseguenze sorprendenti
La scoperta dei raggi X avvenne per caso grazie al fisico tedesco Wilhelm Conrad Röntgen, che stava studiando il comportamento dei gas rarefatti. Durante i suoi esperimenti, creò accidentalmente un raggio capace di attraversare corpi e materiali, eccetto il piombo.
Per testare il fenomeno, chiese alla moglie Bertha di posizionare la mano davanti al raggio. L’immagine dello scheletro della mano, insieme all’anello che indossava, si impressionò sulla pellicola, traumatizzando Bertha, che decise di non mettere più piede nel laboratorio. Questa scoperta, però, rivoluzionò la medicina, trovando inizialmente applicazione nel trattamento delle ferite di guerra e successivamente nelle fratture.
La chimica dai tempi preistorici
Gli esseri umani hanno praticato atti chimici fin dalla preistoria, seppur in modo inconsapevole. La scoperta del fuoco rappresenta una svolta fondamentale: permette di riscaldarsi, proteggersi e soprattutto cucinare, innescando reazioni chimiche nei cibi.
Anche nell’Antico Egitto, circa 5.000 anni fa, la chimica era fondamentale. Gli egizi imbalsamavano i defunti utilizzando salnitro, una sostanza essiccante che impediva la proliferazione di batteri, permettendo una migliore conservazione dei corpi.
L’alchimia: madre della chimica moderna
La storia della chimica inizia formalmente con l’alchimia, un’arte e un pensiero filosofico che si sviluppò dal Medioevo al Settecento, mirante a trasformare metalli comuni in oro. Gli alchimisti, tra cui nomi illustri come Isaac Newton, hanno gettato le basi per gli studi chimici moderni. Recentemente, al CERN di Ginevra, è stata ottenuta una piccola quantità di oro a partire dal piombo, dimostrando che la ricerca alchemica ha avuto un impatto duraturo.
Il numero degli elementi chimici: una storia di evoluzione
In passato, si credeva che esistessero solo quattro elementi chimici. Oggi, sappiamo che sono più di 100, grazie al lavoro di Dmitrij Mendeleev, che nel 1869 ordinò 63 elementi nella famosa tavola periodica.
Il contributo delle donne nella scienza
La storia ha spesso trascurato il contributo delle donne nella scienza. Rosalind Franklin, chimica britannica, giocò un ruolo cruciale nella scoperta della struttura del DNA, ma la sua figura è stata spesso messa in ombra. Anche Cecilia Payne, astrofisica americana, dimostrò che le stelle erano principalmente composte da idrogeno ed elio, sfatando le credenze precedenti. Non si può dimenticare Marie Curie, pioniera nella ricerca sulla radioattività, che ha aperto la strada a molte altre scienziate.
Fino alla seconda metà dell’Ottocento, le donne non avevano accesso all’istruzione superiore, limitando così il loro contributo alla scienza.
Carattere e personalità degli scienziati
Gli scienziati non sono un gruppo omogeneo, ma individui con personalità uniche. Isaac Newton era noto per la sua riservatezza, mentre Galileo Galilei amava godere della vita, partecipando a feste e bevendo vino.
L’importanza dello studio continuo
La passione per lo studio di una materia può portare a risultati straordinari, come dimostra la carriera di Humphry Davy. È essenziale continuare a studiare anche dopo la scuola, per approfondire le proprie conoscenze.
Il significato di “libere e geniali”
Il titolo del libro Libere e geniali nasce da un gioco di parole, come spiega l’autrice. La tavola periodica, con i suoi simboli, ispira la creazione di parole che rappresentano le sostanze chimiche. Gli elementi chimici sono liberi di combinarsi in modi infiniti, dando vita a tutto ciò che ci circonda.