Europa e Italia in evoluzione digitale: l’espansione del settore crypto

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Negli ultimi anni, il panorama delle criptovalute ha conosciuto una crescita esponenziale in Europa, attirando l’attenzione di un numero sempre maggiore di investitori. Nel 2025, sempre più individui stanno considerando di investire in asset digitali come Bitcoin, Ethereum, XRP e Shiba Inu, spinti dalla crescente consapevolezza e dall’accessibilità degli strumenti per l’acquisto e la vendita di queste valute online.

In Europa, l’espansione del settore è favorita da un insieme di nuove normative che uniscono i vari Paesi, mentre in Italia è soprattutto la popolazione giovanile a dimostrare un forte interesse per questo ambito. Recenti ricerche, tra cui uno studio europeo condotto da Bitpanda Technology Solutions in collaborazione con Zeb Consulting e un’indagine specifica sull’Italia realizzata da YouGov per Bitpanda, offrono un quadro chiaro sulla direzione del mercato delle criptovalute e sui profili degli investitori coinvolti in questo fenomeno.

Mercato delle criptovalute in Europa: un settore in espansione

Secondo l’analisi sull’adozione delle criptovalute in Europa, il continente conta oltre 411 milioni di potenziali investitori, con un patrimonio complessivo che raggiunge i 25.000 miliardi di euro. Questa cifra significativa evidenzia le opportunità di crescita all’interno del settore delle criptovalute. Attualmente, l’80% degli investitori ha avuto un primo approccio con le criptovalute e una persona su sette possiede attivamente tali asset; è interessante notare che il 12% ha manifestato l’intenzione di investire e il 50% degli investitori con elevato patrimonio ha già intrapreso investimenti o prevede di farlo.

Nazioni come Germania, Francia e Regno Unito si posizionano ai vertici per quanto riguarda i volumi di investimento, ma anche le aree dell’Europa centrale e orientale stanno registrando un rapido sviluppo. Un contributo significativo è giunto dal regolamento europeo MiCAR, il quale ha introdotto normative uniformi nel settore delle criptovalute, con l’obiettivo di aumentare la sicurezza e la trasparenza di questo mercato.

Il cambiamento tra gli investitori

Non sono solo i tecnofili o gli esperti finanziari a mostrare interesse per le criptovalute. La ricerca condotta da BTS/Zeb rivela che un numero crescente di individui si avvicina a questi strumenti con l’intento di diversificare i propri risparmi e cercare una crescita a lungo termine dei capitali. Solo una parte degli investitori considera le criptovalute come un’opzione speculativa.

L’attenzione verso criptovalute alternative come Ethereum, XRP e Shiba Inu è in aumento, affiancando Bitcoin tra le scelte più comuni. Non sorprende quindi che molti utenti cerchino informazioni online sull’acquisto di criptovalute, alla ricerca di piattaforme affidabili e regolamentate per avviare il proprio percorso d’investimento in sicurezza.

L’Italia e l’interesse delle nuove generazioni

Anche in Italia, il mercato delle criptovalute sta progredendo, sebbene con un certo grado di cautela. Dallo studio di YouGov emerge che circa il 9% degli adulti italiani possiede criptovalute, ma questa percentuale sale al 16% tra i Millennial e al 13% nella Generazione Z. I giovani mostrano una maggiore fiducia nel settore, con il 17% degli under-43 che ha dichiarato di voler investire nei prossimi mesi.

Il valore di Bitcoin continua a essere monitorato con estrema attenzione, ma l’interesse si sta diversificando, coinvolgendo anche persone con minori esperienze nel campo finanziario.

Verso un futuro sempre più digitale

Per garantire un’ulteriore crescita del settore, è cruciale aumentare l’educazione finanziaria. Molti cittadini europei, infatti, riconoscono di non possedere ancora le competenze necessarie per comprendere appieno il funzionamento delle criptovalute. Anche in Italia, diversi utenti esprimono la necessità di strumenti più semplici, chiari e regolamentati.

Le banche e le piattaforme fintech possono svolgere un ruolo fondamentale, offrendo prodotti accessibili, supporto e formazione. Il potenziale è notevole: l’Europa ha tutte le carte in regola per diventare un punto di riferimento globale nella finanza digitale, e anche l’Italia può giocare un ruolo significativo, a condizione di investire in trasparenza, sicurezza e competenze.