Diego Abatantuono celebra il 20 maggio 2025 il traguardo dei suoi 70 anni, affrontando questo importante compleanno con la tipica ironia e saggezza che lo contraddistinguono. L’attore, noto per il suo carisma e la sua versatilità, si presenta con il suo inconfondibile aspetto da profeta, una barba folta e uno sguardo vivace che sembra sempre pronto a smentire le parole pronunciate. Malgrado il passare del tempo, Abatantuono ammette candidamente di non apprezzare l’idea di invecchiare.
Nascita e infanzia
Nato nel 1955 in via Dolci a Milano da un padre calzolaio originario di Foggia e una madre comasca, le radici di Abatantuono affondano in un contesto familiare ricco di tradizioni. La sua infanzia è influenzata dalla comunità meridionale che, negli anni ’50, si era stabilita nella periferia milanese, in particolare nella zona di Lorenteggio in cerca di opportunità lavorative. È proprio da queste esperienze che trae ispirazione per il suo primo personaggio, il “terrunciello”, che porta in scena nei cabaret, inizialmente con i Gatti del Vicolo Miracoli e poi in solitaria. La sua passione per il palcoscenico si sviluppa grazie alla madre, che lavorava come guardarobiera al Derby, un celebre locale milanese. Qui, Abatantuono inizia a lavorare come tecnico delle luci, venendo a contatto con una generazione di artisti, tra cui Massimo Boldi e Giorgio Faletti, che influenzeranno il suo percorso.
Passione per il calcio
Nella Milano degli anni ’60, la rivalità calcistica tra milanisti e interisti è forte. Diego, con il cuore, si schiera dalla parte del Milan. Racconta di come, da bambino, trovò un portafoglio appartenente al nonno, contenente foto di padre Pio e Gianni Rivera, due figure che lo colpirono profondamente, spingendolo a scegliere il rossonero.
Inizio della carriera
La carriera di Abatantuono decolla con lo spettacolo “La tappezzeria”, trasmesso dalla sede milanese della Rai nel 1980, dove si esibisce insieme a Enzo Jannacci. Da quel momento, il suo ingresso nel mondo del cinema avviene con le prime apparizioni in film come “Liberi, armati e pericolosi” e “Saxophone”. Tuttavia, è con i fratelli Vanzina che ottiene il primo vero riconoscimento, partecipando a “Arrivano i Gatti”. I registi iniziano a notarlo: Renzo Arbore, Steno e Paolo Villaggio lo coinvolgono in progetti di successo. Il suo vero exploit avviene nel 1982 con “Eccezzziunale… veramente”, un film che diventa un cult e che rappresenta un affresco della milanesità.
Successi e riconoscimenti
Nel medesimo anno, Abatantuono partecipa a ben sette film, consolidando la sua reputazione come attore affidabile. La sua carriera subisce una svolta significativa quando Pupi Avati gli offre un ruolo drammatico in “Regalo di Natale”, che riscuote un immediato successo, confermato successivamente con “La rivincita di Natale” nel 2004.
Collaborazioni e opere significative
La versatilità dell’attore si distingue per la capacità di mescolare ironia e serietà. La Milano degli “immigrati” di seconda generazione lo porta al Teatro dell’Elfo, dove inizia una fruttuosa collaborazione con Gabriele Salvatores. Il loro sodalizio inizia nel 1987 con “Kamikazen” e prosegue con film che lo consacrano, come “Marrakesh Express”, “Turné” e “Mediterraneo”, che nel 1992 vince l’Oscar per il miglior film straniero.
Attività attuale
Insieme a Salvatores, Abatantuono fonda la Colorado Film e partecipa a produzioni di successo, tra cui “Colorado Cafè”. La sua carriera continua a prosperare, spaziando tra commedie e film drammatici, con collaborazioni significative, ma le apparizioni nel cabaret tradizionale si diradano. Oggi, Abatantuono preferisce raccontare storie e divertirsi, mantenendo la sua coerenza artistica e un approccio rinnovato alla vita e al lavoro.