Il DDL sulla caccia proposto da Lollobrigida è giudicato “inaccettabile” da Legambiente

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Il recente decreto del ministro Lollobrigida riguardante la caccia ha suscitato un acceso dibattito tra le associazioni ambientaliste, che hanno espresso forti critiche nei confronti del provvedimento. La bozza del disegno di legge, che potrebbe segnare un cambiamento radicale nel panorama venatorio italiano, è stata diffusa lo scorso mese e ha sollevato preoccupazioni significative per la tutela della fauna selvatica.

Il disegno di legge sulla caccia

Il ministro Lollobrigida sta lavorando a una riforma del sistema normativo attuale, con l’obiettivo di presentare il disegno di legge entro l’estate del 2025, in tempo per la stagione di caccia autunnale. La proposta prevede un totale di 18 articoli e mira a essere integrata come allegato ambientale nella legge di Bilancio, senza comportare spese aggiuntive per il Governo. Tuttavia, le associazioni ambientaliste hanno già espresso la loro contrarietà, definendo il testo come “inaccettabile” e accusando il governo di normalizzare il bracconaggio.

Tra le misure più controverse vi è la riapertura dei roccoli, postazioni di caccia agli uccelli che l’Unione Europea ha vietato, e per cui l’Italia è già sotto procedura d’infrazione. Inoltre, il ddl prevede l’estensione della stagione venatoria anche alla primavera, in aperto contrasto con le normative europee. Le regioni, d’ora in poi, non avranno più limiti nell’autorizzare nuovi appostamenti fissi, aumentando ulteriormente le preoccupazioni riguardo alla gestione della fauna.

Un altro aspetto controverso è l’autorizzazione alla caccia in territori e foreste del demanio statale, che potrebbe includere anche spiagge e aree ricreative. Questa modifica solleva interrogativi sulla sicurezza e sull’uso sostenibile delle risorse naturali.

Le reazioni delle associazioni ambientaliste

Le reazioni delle associazioni ambientaliste non si sono fatte attendere. Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, ha dichiarato che il ddl in discussione è inaccettabile e rappresenterebbe un grave passo indietro rispetto ai progressi fatti negli ultimi 60 anni nella protezione degli animali selvatici. Ha sottolineato come la proposta contrasti con l’articolo 9 della Costituzione, che impone allo Stato di garantire la tutela degli animali.

Le organizzazioni ENPA, LAC, LAV, Lipu e WWF Italia hanno rilasciato una nota congiunta in cui definiscono il disegno di legge “intriso di ideologia ed estremismo filo-venatorio”. Secondo queste associazioni, il provvedimento regalerebbe ai cacciatori il controllo sulla fauna selvatica e sulle aree naturali, contravvenendo ai diritti dei cittadini e ignorando la scienza. Le critiche si concentrano anche sulla palese incostituzionalità di alcuni elementi del ddl, evidenziando un evidente disinteresse da parte del governo per le normative europee in materia di tutela ambientale.

Il dibattito sulla riforma della legge sulla caccia continua a intensificarsi, con le associazioni ambientaliste pronte a mobilitarsi per difendere i diritti degli animali e la conservazione della biodiversità in Italia.