Una recente ricerca ha rivelato un aspetto sorprendente riguardo al matrimonio e alla salute mentale. Pubblicato nel 2025 su Alzheimer’s & Dementia, lo studio ha coinvolto oltre 24.000 persone statunitensi, prevalentemente bianche e sposate, seguite per un periodo di diciotto anni. I risultati indicano che gli individui non sposati, che includono coloro che non si sono mai sposati, i divorziati e i vedovi, presentano un rischio significativamente inferiore di sviluppare demenza rispetto ai loro omologhi sposati. Sebbene le ragioni di questo fenomeno non siano chiare, gli autori suggeriscono che uno stile di vita più attivo e meno routinario possa contribuire a proteggere il cervello dal declino cognitivo.
dati dello studio
I partecipanti, uomini e donne di età compresa tra i 50 e i 104 anni, sono stati sottoposti a test neuropsicologici periodici per monitorare il loro stato cognitivo. Già nel primo test, alcuni soggetti avevano manifestato segni di un lieve deficit cognitivo, ma tra coloro che non erano sposati, la progressione verso una demenza conclamata era rara. I dati emersi dallo studio sono chiari: tutti gli adulti non sposati hanno mostrato un rischio almeno del 50% inferiore rispetto ai coniugi di soffrire di demenza. Per garantire l’affidabilità delle conclusioni, i ricercatori hanno esaminato ulteriori fattori, quali età, sesso, etnia, livello di istruzione, abitudini di fumo e altri aspetti legati alla salute fisica e mentale.
stile di vita e socializzazione
Una delle domande che emerge da questo studio è perché le persone sposate siano più vulnerabili alla demenza. Selin Karakose, coordinatrice della ricerca, ha avanzato delle ipotesi interessanti. Secondo le sue osservazioni, chi non ha mai contratto matrimonio tende a mantenere una vita sociale più attiva, interagendo regolarmente con amici e vicini. Al contrario, le coppie sposate, spesso meno integrate nella comunità, potrebbero vivere in un contesto sociale più ristretto. Questo isolamento potrebbe ridurre gli stimoli per il cervello, rendendolo più suscettibile a un declino cognitivo. Inoltre, i single tendono a essere più indipendenti, un’altra caratteristica che potrebbe contribuire a mantenere la mente attiva.
complessità della ricerca
Nonostante l’interesse suscitato dallo studio, è importante notare che non rappresenta una verità assoluta. Infatti, precedenti ricerche avevano suggerito una visione opposta, affermando che il matrimonio potesse proteggere dal rischio di demenza grazie alla maggiore vita sociale delle coppie. Questo contrasto mette in evidenza la complessità della scienza, dove dati diversi possono condurre a conclusioni completamente opposte. La questione rimane aperta, e la comunità scientifica continuerà a esplorare i legami tra matrimonio e salute mentale, cercando di comprendere meglio le dinamiche coinvolte.