In Italia, attualmente si stima che siano circa 600mila le persone affette da celiachia, ma il 60% di esse non ha ancora ricevuto una diagnosi adeguata. Questo dato emerge dall’Associazione Italiana Celiachia (AIC) in vista della Giornata Mondiale della Celiachia, che si celebra il 16 maggio. Per sensibilizzare l’opinione pubblica, l’AIC ha organizzato dal 10 al 18 maggio la ‘Settimana Nazionale‘, un’iniziativa mirata a combattere le fake news e i falsi miti legati alla malattia e alla dieta priva di glutine.
Secondo le statistiche del Ministero della Salute, le persone diagnosticate con celiachia in Italia ammontano a 265.102. La malattia si manifesta prevalentemente nella fascia di età compresa tra i 18 e i 59 anni, con una percentuale del 67%. Le donne risultano le più colpite, con il 70% dei casi diagnosticati, corrispondenti a 184.731 donne, rispetto al 30% degli uomini, pari a 80.371. Questo rapporto di 2 a 1 si riscontra in quasi tutte le regioni italiane, ad eccezione di Basilicata, Molise e Sardegna, dove il rapporto si attesta a 3 a 1. La Lombardia si distingue per il numero più elevato di casi, con 49.278 persone colpite, rappresentando il 18,6% del totale.
Rossella Valmarana, presidente dell’AIC, sottolinea che le diagnosi sono in costante aumento dal 2007, ma c’è ancora molto lavoro da fare. Attualmente, le diagnosi rappresentano solo il 45% del valore atteso di circa 600mila casi. L’associazione si impegna a garantire diagnosi precoci, un aspetto fondamentale per prevenire complicazioni anche gravi che possono derivare da una diagnosi tardiva o non effettuata.
In occasione della Giornata Mondiale, l’AIC ha deciso di sostenere una petizione promossa dall’Associazione Catalana Smap, che chiede al Parlamento Europeo l’adozione di una direttiva quadro sulla celiachia. Tra le richieste figurano la creazione di un osservatorio e di un protocollo diagnostico standardizzato a livello europeo, l’attivazione di sussidi per la dieta senza glutine, la formazione obbligatoria per gli operatori sanitari sulla celiachia, oltre a incentivi fiscali per i produttori e distributori di alimenti privi di glutine. Inoltre, si richiede l’implementazione di opzioni senza glutine sicure nella ristorazione pubblica, nelle scuole e nei ristoranti.