Il 2025 segna un momento significativo per il settore vinicolo piemontese, con la Coldiretti Piemonte che ha annunciato l’intenzione di avviare il processo per l’ottenimento dell’Indicazione Geografica Tipica (IGT) per i vini della regione. Questa nuova denominazione si andrebbe ad aggiungere alle già esistenti DOC e DOCG, e rappresenterebbe un’opportunità per valorizzare i vitigni resistenti, noti come PIWI, che attualmente non rientrano in alcuna denominazione di origine. L’introduzione di questa IGT potrebbe finalmente dare il giusto riconoscimento a queste varietà, finora trascurate.
Nel contesto della classificazione dei vini, è importante comprendere la piramide qualitativa. Un vino con IGT si colloca tra quelli senza denominazione e i vini DOC. Sebbene la piramide possa sembrare utile, è fondamentale precisare che non sempre un vino DOC è di qualità superiore rispetto a uno IGT. La differenza principale risiede nella maggiore severità del disciplinare per i vini DOC, ma entrambi i tipi di vino devono rispettare regole specifiche.
La questione di un’IGT in Piemonte solleva interrogativi, dato che la regione vanta una DOC regionale dal 1994, che include quasi tutti i comuni piemontesi. La DOC Piemonte prevede una vasta gamma di vitigni, da cui si possono produrre vini come il Piemonte DOC Chardonnay-Pinot spumante e il Piemonte DOC Barbera passito. Tuttavia, l’istituzione della DOC aveva suscitato scetticismo, poiché si temeva che potesse essere utilizzata come un ripiego per vini di qualità inferiore. I dati di produzione mostrano che i volumi di vino Piemonte DOC e Barbera d’Asti DOCG sono sorprendentemente simili, nonostante le differenze nelle dimensioni dei due areali.
Coldiretti ha avanzato la proposta di una nuova IGT, che potrebbe affiancare la DOC Piemonte senza poterne assorbire il nome. Le opzioni per il nome dell’IGT sono ancora aperte, con possibilità come “Terre Sabaude IGT” o “Vigneti Savoiardi IGT”. Un aspetto positivo di questa proposta è l’inclusione dei vitigni PIWI nel disciplinare, una categoria di uve che ha subito un ingiusto ostracismo. Attualmente, in Piemonte ci sono quattro varietà di PIWI registrate, tutte in fase di osservazione per testare la loro attitudine alla coltivazione. Queste varietà possono essere commercializzate solo come vini senza denominazione. L’iter di approvazione di questa nuova IGT sarà seguito con attenzione, poiché potrebbe influenzare notevolmente il panorama vinicolo della regione.