La commissione dell’Assemblea Mondiale della Sanità, l’organo legislativo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha ufficialmente adottato l’Accordo pandemico globale il 20 maggio 2025. Questo accordo rappresenta un’importante iniziativa internazionale volta a migliorare la risposta a future pandemie, traendo insegnamenti dall’esperienza della CoViD-19. Il voto ha visto il sostegno di 124 Paesi, senza alcun voto contrario, mentre 11 Stati, tra cui l’Italia, hanno scelto di astenersi.
Le motivazioni ufficiali dell’astensione italiana
L’astensione dell’Italia, insieme a quella di altri dieci Stati, tra cui Russia, Iran, Bulgaria e Polonia, si basa sulla necessità di riaffermare la sovranità nazionale nella gestione delle questioni di salute pubblica. Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha sottolineato questo punto, evidenziando che l’Italia desidera garantire una risposta più equa, rapida e scientificamente fondata alle crisi sanitarie. Tuttavia, l’accordo stesso già chiarisce che l’OMS non avrà il potere di imporre leggi nazionali o politiche specifiche, come restrizioni sui viaggi, obblighi vaccinali o lockdown. Queste decisioni continueranno a essere di competenza delle autorità nazionali.
Il documento approvato e le sue implicazioni
Il documento approvato stabilisce chiaramente che l’OMS non potrà esercitare autorità su legislazioni nazionali, una questione che ha suscitato preoccupazioni tra i movimenti contrari ai vaccini. Questo aspetto dell’accordo è stato formulato con cautela, per favorire un’ampia adesione a un piano che si rivela cruciale per il futuro della salute pubblica globale.
Che cosa comporta il non aver aderito?
L’Italia ha accolto favorevolmente il principio di rispetto delle autorità nazionali, sottolineando l’importanza di attuare l’accordo nel rispetto dei diritti fondamentali e della protezione dei dati personali. L’astensione non deve essere interpretata come un rifiuto, ma piuttosto come un modo per evidenziare le questioni controverse e migliorare l’accordo stesso. L’Italia intende continuare a collaborare con gli altri Stati membri dell’OMS per affrontare le questioni rimaste aperte.
Questa posizione riflette una certa prudenza, considerando le incertezze economiche e la mancanza di leadership globale, accentuata dall’uscita degli Stati Uniti dall’OMS. L’astensione italiana non implica una contrarietà definitiva, ma un desiderio di chiarire e migliorare i dettagli dell’accordo, in particolare per quanto riguarda il sistema PABS (Pathogen Access and Benefit Sharing), che prevede la condivisione equa di vaccini e farmaci tra Paesi a diverse capacità economiche.
Che cosa perderemmo in caso di mancata ratifica
L’Accordo pandemico globale include 35 articoli che delineano principi e strumenti per la prevenzione e la risposta alle pandemie. Tra i punti salienti, l’approccio One Health, che riconosce l’interconnessione tra la salute umana, animale e ambientale, viene per la prima volta inserito in un trattato giuridicamente vincolante. Il piano promuove anche la produzione locale di vaccini e strumenti medici, lo sviluppo di capacità di ricerca e trasferimento tecnologico, e la creazione di una rete globale di logistica e approvvigionamento gestita dall’OMS.
L’Italia, nel redigere il suo Piano pandemico nazionale per il periodo 2025-2029, si basa su principi simili a quelli espressi dall’OMS. Per gli esperti del settore, la questione richiede un approccio tecnico e non può essere influenzata da considerazioni politiche superficiali. La ratifica dell’accordo potrebbe apportare significativi benefici, garantendo una preparazione più robusta e coordinata per affrontare le future emergenze sanitarie globali.