Le fragole influenzano la glicemia? La risposta della nutrizionista

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Le fragole possono influenzare i livelli di glicemia: è un’affermazione vera o falsa? Questo interrogativo si pone frequentemente non solo tra coloro che convivono con il diabete o la glicemia alta, ma anche tra chi desidera monitorare i livelli di zucchero nel sangue. Gli sbalzi glicemici, infatti, possono incrementare il rischio di sovrappeso e di patologie correlate, come il diabete di tipo 2.

Le fragole, disponibili in Italia da aprile a luglio, sono riconosciute come un alimento benefico, come dimostrato da una revisione di studi. Per fare chiarezza riguardo alla loro influenza sulla glicemia, abbiamo interpellato la dottoressa Francesca Beretta, biologa nutrizionista e autrice del libro “Giù la pancia… su il morale!”.

Indice glicemico delle fragole

La dottoressa Beretta spiega che il consumo di fragole, come quello di altri frutti, provoca un aumento della glicemia a causa della presenza di zuccheri, tra cui il fruttosio. Tuttavia, non c’è motivo di allarmarsi, poiché le fragole presentano un basso indice glicemico. Infatti, il loro impatto sulla glicemia è molto contenuto, con un indice pari a 25, inferiore a quello di molti altri frutti di stagione come le albicocche e le prugne. Questo è dovuto all’elevato contenuto di fibre, che rallentano l’assorbimento degli zuccheri, consentendo un rilascio graduale di energia.

Le fragole sono adatte per chi ha glicemia alta?

Secondo la nutrizionista, chi soffre di glicemia alta può certamente consumare fragole. La convinzione che le persone diabetiche debbano evitare la frutta è infondata. È sufficiente che vengano assunte in quantità appropriate e che si prediligano varietà a minor indice glicemico, come le fragole, che si rivelano tra i frutti a minor impatto sulla glicemia.

Quante fragole si possono mangiare quotidianamente?

Le attuali linee guida per una sana alimentazione suggeriscono il consumo di tre porzioni di frutta al giorno, equivalenti a circa 300-400 grammi. La dottoressa Beretta consiglia di includere fino a 300 grammi di fragole al giorno, corrispondenti a circa venti frutti. Le fragole sono ricche di antiossidanti che combattono lo stress ossidativo e le infiammazioni, grazie al loro contenuto di antociani, polifenoli e flavononi. Recenti ricerche hanno evidenziato anche il loro ruolo come fonte di vitamina C e acido folico, contribuendo a migliorare il potenziale antiossidante delle lipoproteine a bassa densità, note come colesterolo cattivo, specialmente nelle donne giovani e sane.

Momenti ideali per mangiare le fragole

Le fragole possono essere consumate in qualsiasi momento della giornata. La dottoressa Beretta suggerisce di assaporarle come spuntino tra i pasti principali, poiché grazie al loro elevato contenuto di acqua e fibre, favoriscono il senso di sazietà e apportano solo circa 30 chilocalorie ogni 100 grammi. Possono anche essere un’ottima scelta a fine pasto, per soddisfare la voglia di dolce.

Abbinamenti per non alzare la glicemia

Grazie al loro basso indice glicemico, le fragole hanno un impatto limitato sulla glicemia. Per ridurre ulteriormente questo effetto, è possibile abbinarle a frutta secca come nocciole, mandorle o noci. I grassi e le proteine contenuti nella frutta a guscio aiutano a mantenere stabile la curva glicemica, evitando picchi.

Ricette creative con le fragole

Le fragole possono essere utilizzate in una varietà di preparazioni culinarie, sia dolci che salate. Ad esempio, si possono abbinare a pasta, come nelle penne fragole e basilico, o in dolci come crostata e torte. Anche piatti salati come l’insalata con burrata e fragole offrono un’interpretazione innovativa e gustosa di questo frutto.

Queste informazioni ci forniscono un quadro chiaro sull’impatto delle fragole sulla glicemia e ci invitano a sperimentare la loro versatilità in cucina, approfittando dei loro benefici per la salute.