Oltre 295 milioni di persone in 53 Paesi e territori si trovano sull’orlo di una crisi alimentare senza precedenti, con un incremento di quasi 14 milioni rispetto al 2023. Questo drammatico aumento rappresenta il sesto anno consecutivo di crescita della malnutrizione, ora al 22,6% della popolazione esaminata. La situazione è particolarmente allarmante per i bambini, con quasi 38 milioni di piccoli sotto i cinque anni gravemente malnutriti in 26 diverse crisi nutrizionali. Questi dati emergono dal Rapporto sulle Crisi Alimentari 2025, redatto dal Food Security Information Network e diffuso dalla Rete Globale contro le Crisi Alimentari, composta da Onu, Ue, Usa e organizzazioni non governative.
La malnutrizione nel mondo
Il Rapporto evidenzia che la malnutrizione, in particolare tra i bambini, ha raggiunto livelli estremamente preoccupanti in diverse aree, inclusa la Striscia di Gaza, il Mali, il Sudan e lo Yemen. Le conseguenze della malnutrizione si manifestano in gravi problemi di salute e sviluppo per i più giovani, rendendo questa crisi una priorità urgente per le politiche sanitarie globali. La situazione è aggravata da conflitti persistenti e instabilità politica, che complicano ulteriormente l’accesso a cibo nutriente e sicuro. In contesti di guerra e crisi, i bambini sono i più vulnerabili e le loro necessità alimentari vengono spesso trascurate.
Il ruolo degli sfollamenti forzati
Un altro aspetto preoccupante emerso dal Rapporto è l’aumento della fame legata agli sfollamenti forzati. Attualmente, quasi 95 milioni di persone vivono in condizioni di insicurezza alimentare in Paesi come la Repubblica Democratica del Congo, la Colombia, il Sudan e la Siria, in un contesto globale di 128 milioni di sfollati. Gli sfollamenti, spesso causati da conflitti e violenze, costringono le persone a lasciare le loro case e comunità , privandole di accesso a risorse alimentari e servizi essenziali. Questa situazione richiede un’attenzione immediata da parte della comunità internazionale.
Le dichiarazioni delle autoritÃ
Antonio Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite, ha descritto il Rapporto come un “atto d’accusa” nei confronti di un sistema globale che non riesce a garantire la sicurezza alimentare. Guterres ha affermato che la fame nel XXI secolo è inaccettabile e che la risposta a questa crisi non può essere superficiale. QU Dongyu, Direttore Generale della FAO, ha sottolineato che l’insicurezza alimentare acuta rappresenta una realtà costante per milioni di persone, specialmente nelle aree rurali, e che i conflitti continuano a essere la principale causa di questa emergenza, colpendo circa 140 milioni di individui in 20 Paesi.
Le emergenze alimentari globali
Il Rapporto conferma la presenza di carestie in Sudan e segnala situazioni critiche anche in altre aree, come la Striscia di Gaza, il Sud Sudan, Haiti e il Mali. Gli shock economici hanno portato quasi 60 milioni di persone in 15 Paesi a sperimentare livelli acuti di fame, un numero quasi raddoppiato rispetto ai livelli pre-pandemia. Gli eventi climatici estremi, tra cui siccità e inondazioni legate a fenomeni come El Niño, hanno aggravato la crisi alimentare, colpendo oltre 96 milioni di persone in 18 Paesi, con effetti devastanti in Africa meridionale, Asia meridionale e nel Corno d’Africa.
Finanziamenti e raccomandazioni
Il Rapporto mette in guardia sul rapido declino dei finanziamenti globali per affrontare queste crisi, evidenziando un indebolimento dello slancio politico necessario per affrontare l’emergenza alimentare. Per spezzare il ciclo di fame e malnutrizione, è fondamentale un cambiamento radicale nelle politiche e negli investimenti. Oltre agli aiuti di emergenza, la Rete Globale contro le Crisi Alimentari raccomanda di investire nei sistemi alimentari locali e nei servizi di nutrizione integrata, per garantire che le comunità possano affrontare le sfide alimentari in modo sostenibile e duraturo.