Il numero di pensionati in Italia continua a crescere in modo significativo, un fenomeno che ha importanti ripercussioni sul welfare nazionale e che richiede un monitoraggio attento, in particolare per quanto riguarda il calcolo e il pagamento degli arretrati. Ma quali sono le tempistiche per la ricezione di tali arretrati e come vengono gestiti?
In Italia, circa il 60% dei pensionati, a prescindere dalla tipologia di pensione, accede ai propri fondi attraverso modalità tradizionali. Molti di loro si recano presso sportelli postali o bancari per prelevare in contante tramite sportelli automatici (ATM) o presso gli uffici della propria banca. Le Poste Italiane, in particolare, continuano a mantenere una rete di distribuzione predominante.
Per quanto riguarda gli arretrati, questi vengono gestiti tramite bonifici programmati, le cui tempistiche possono variare a seconda del periodo dell’anno e del tipo di pensione di cui si beneficia. Non esiste una data fissa per l’erogazione degli arretrati, ma ci sono tempistiche definite che regolano la loro disponibilità.
Quando viene riconosciuta una nuova forma di pensione, un bonifico supplementare viene solitamente erogato entro la fine del mese successivo. Questo avviene, ad esempio, quando un pensionato riceve un adeguamento dell’assegno mensile. La tempistica precisa dipende dall’effettiva data di riconoscimento della pensione.
Per illustrare meglio questo processo, consideriamo un esempio pratico. Se un pensionato presenta una richiesta di riconoscimento della pensione e questa viene accettata nel mese di febbraio 2025, l’arretrato sarà accreditato entro l’ultimo giorno del mese successivo, quindi a marzo 2025.
In genere, vengono considerati tutti i mesi di arretrati a partire dalla data della domanda. Se la richiesta è stata inviata nel gennaio 2024 e l’approvazione arriva nel gennaio 2025, tutti i mesi fino a quel momento saranno inclusi nel calcolo. Il bonifico, salvo eccezioni, viene effettuato in un’unica soluzione e comprende l’intero importo dovuto, accompagnato da una comunicazione che specifica la somma spettante e le tempistiche di pagamento.
Gli arretrati pensionistici possono essere richiesti in specifiche circostanze. Un esempio è rappresentato dai supplementi, ovvero le pensioni aggiuntive per coloro che, pur essendo già andati in pensione, continuano a lavorare. In tal caso, è necessario rispettare un periodo di attesa di almeno cinque anni dalla precedente richiesta di arretrato, ridotto a due anni se si è raggiunta l’età pensionabile.
Esistono anche le maggiorazioni, che si applicano in base all’età del pensionato. Queste prevedono incrementi dell’assegno mensile, con un primo supplemento di circa 25 euro per chi ha almeno 60 anni. Questo importo sale a oltre 82 euro per coloro che hanno raggiunto i 65 anni e, infine, il terzo step, che scatta ai 70 anni, prevede un aumento di circa 136 euro al mese, con una leggera riduzione se si percepisce la 14esima.
La procedura per ricevere la pensione e gli arretrati è la stessa e deve essere avviata presso gli uffici dell’INPS. È necessario compilare un modulo specifico, il modello AP03, disponibile sul portale INPS o presso gli uffici dei Caf e dei Patronati.
Una volta completato il modulo con le informazioni personali, è fondamentale includere un codice IBAN per ricevere correttamente la pensione e gli arretrati. Sempre più italiani scelgono di ricevere i pagamenti tramite il sistema bancario, evitando le lunghe attese agli sportelli delle Poste Italiane.
Indipendentemente dal tipo di conto corrente, sia esso bancario o associato a Poste Italiane, la pensione in Italia viene generalmente erogata il primo giorno di ogni mese lavorativo. Se il primo giorno del mese coincide con una festività, il pagamento viene posticipato al primo giorno successivo non festivo, considerando anche le domeniche nel calcolo.