Primo editing genetico personalizzato con CRISPR su un neonato di sei mesi

Curiosità

Un neonato di 10 mesi, KJ Muldoon, ha fatto la storia diventando il primo paziente al mondo a ricevere una terapia genica personalizzata basata sulla tecnologia CRISPR, mirata a correggere la specifica mutazione genetica che causa la sua rara malattia. Il trattamento ha avuto inizio quando KJ aveva sei mesi, con tre infusioni che hanno mostrato risultati promettenti, anche se non hanno portato a una completa guarigione. Il caso del piccolo è stato documentato in un articolo pubblicato nel New England Journal of Medicine (NEJM) e presentato durante l’annuale incontro dell’American Society of Gene & Cell Therapy, tenutosi a New Orleans.

Un approccio innovativo alla terapia genica

La terapia ricevuta da KJ rappresenta un passo avanti significativo rispetto ai trattamenti precedenti. Fino ad oggi, le terapie geniche basate sulla CRISPR erano progettate per affrontare malattie comuni, senza tener conto delle specifiche mutazioni genetiche di ciascun paziente. Questo approccio innovativo, invece, è stato sviluppato esclusivamente per KJ, il che significa che potrebbe non essere applicabile ad altri pazienti con la stessa condizione. Terapie simili, come quelle per l’anemia falciforme e la beta-talassemia, hanno avuto successo, ma non affrontano le mutazioni individuali. KJ ha ereditato da entrambi i genitori una mutazione che compromette la produzione di un enzima fondamentale, il carbamil-fosfato sintetasi 1 (CPS1), essenziale per il metabolismo dell’urea.

La gravità della condizione di KJ

Il deficit di CPS1, che colpisce circa un bambino su un milione, porta a gravi conseguenze, tra cui l’accumulo di ammoniaca nel sangue. Questo composto tossico deriva dal metabolismo delle proteine e può causare danni cerebrali. L’unica soluzione tradizionale per questa malattia è il trapianto di fegato, ma la ricerca di un donatore compatibile può richiedere tempo e, purtroppo, molte complicazioni possono risultare fatali. La pediatra Rebecca Ahrens-Nicklas, del Children’s Hospital di Philadelphia, ha suggerito ai genitori di KJ di considerare una nuova opzione terapeutica, rendendo il bambino il primo soggetto umano per la sperimentazione di una tecnica di editing genetico personalizzato.

Il processo di sperimentazione e i risultati

La tecnica di editing di basi consente modifiche genetiche più precise, intervenendo direttamente sulle singole lettere del DNA senza danneggiare la struttura del doppio filamento. Il team di Ahrens-Nicklas ha lavorato intensamente, riuscendo a sviluppare un editor di basi in soli sei mesi, testandolo su modelli animali e ottenendo l’approvazione della FDA per il trattamento di KJ. Le infusioni sono iniziate a febbraio 2025 e, dopo la prima somministrazione, il neonato ha mostrato segni di miglioramento, riuscendo ad assumere la dose giornaliera raccomandata di proteine, sebbene fosse ancora necessario un trattamento farmacologico per controllare i livelli di ammoniaca nel sangue.

Prospettive future e sfide economiche

I risultati ottenuti con KJ potrebbero rappresentare una nuova frontiera nella medicina personalizzata, aprendo la strada a potenziali cure per malattie genetiche rare. Tuttavia, resta da vedere quanto queste terapie potranno essere accessibili, considerando i costi elevati associati anche a trattamenti di massa. Gli autori dello studio sottolineano l’importanza del lavoro svolto senza alcun compenso per il piccolo KJ, evidenziando il valore del tempo e delle risorse investite nella sua cura. La strada per rendere queste terapie disponibili a un numero maggiore di pazienti è ancora lunga e complessa.