I raggi solari non sono solo responsabili delle scottature, ma rappresentano anche una delle principali cause di invecchiamento cutaneo, manifestandosi attraverso rughe e macchie scure. Già a partire dai 30 anni, la pelle può mostrare segni di invecchiamento che normalmente si associano a età più avanzate. Questa esposizione ai raggi ultravioletti può accelerare il processo di invecchiamento, e spesso sono comportamenti errati a contribuire a questo rischio, influenzati da convinzioni obsolete che la scienza ha smentito.
Nathalie Broussard, farmacista e responsabile della comunicazione scientifica per il marchio giapponese Shiseido, ha delineato sei miti da sfatare per prevenire le cosiddette ‘rughe da sole’ e mantenere una pelle giovane e tonica. Questa esposizione si è svolta a Monopoli, in occasione di un evento dedicato alla ricerca e alle innovazioni del brand nel campo della protezione solare, in concomitanza con la presentazione del progetto di monitoraggio ambientale delle coste marine M.A.R.E. (Marine Adventure for Research & Education). Questo progetto, avviato nel 2022 dalla Fondazione Centro Velico Caprera e sostenuto dalla Marina Militare, trova supporto anche in Shiseido.
Credenze errate sulla protezione solare
Al primo posto tra i miti da sfatare c’è la convinzione che le nuvole proteggano dalla scottatura. Broussard chiarisce che le nuvole possono filtrare solo il 25% dei raggi solari, rendendo comunque necessaria la protezione. Al secondo posto, si trova l’errata idea che le persone con pelle scura non abbiano bisogno di utilizzare filtri solari. La farmacista sottolinea che la melanina offre una protezione equivalente a un SPF 4, insufficiente per una difesa adeguata.
Un altro errore comune è pensare che l’uso di un filtro solare ad alta protezione garantisca un’abbronzatura uniforme senza rischi. Broussard spiega che anche piccole dosi di raggi ultravioletti possono attivare la produzione di melanina, portando a un’abbronzatura più sicura e omogenea. Al quarto posto, si colloca la convinzione che non sia necessario applicare schermi solari se si sta all’ombra. Tuttavia, Broussard avverte che anche le superfici come la sabbia e l’acqua possono riflettere i raggi, esponendo comunque la pelle a rischi.
La verità sui raggi uv in acqua e in ambienti chiusi
Un altro mito riguarda l’idea che in acqua non ci si possa scottare. L’esperta chiarisce che durante il nuoto, l’intensità dei raggi solari aumenta e il 50% dei raggi UVB può penetrare fino a un metro di profondità . Infine, Broussard sottolinea l’errore di pensare che in casa, in ufficio o in auto si sia al riparo dai danni del sole. I vetri non filtrano completamente i raggi e la luce blu è ora considerata un fattore di invecchiamento cutaneo.
Per combattere questi miti, Broussard consiglia di tenere d’occhio il livello di raggi ultravioletti nella propria città , consultando l’UV-Index riportato dai portali meteorologici. Se l’UV-Index supera il 2, è consigliabile utilizzare un filtro solare con SPF 30; se raggiunge 7 o 8, è opportuno optare per un SPF 50 o superiore. La farmacista evidenzia che esistono molteplici opzioni di protezione solare, inclusi stick per le aree più esposte, che offrono una texture leggera e trasparente, evitando la fastidiosa sensazione di lasciare residui bianchi sulla pelle, rendendo l’applicazione piacevole anche dopo il trucco.