Ricotta di mucca, capra o bufala: le raccomandazioni della nutrizionista

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Fresca, gustosa e incredibilmente versatile, la ricotta è un ingrediente che si presta a molteplici utilizzi in cucina. Perfetta da sola o come complemento per piatti semplici, come la pasta con la ricotta, questo alimento ha radici profonde nella tradizione gastronomica italiana, risalendo addirittura all’epoca dell’Antica Roma. Il termine stesso “ricotta” deriva dal latino “recoctus”, che significa “ri-cotto”, a sottolineare il suo metodo di produzione.

La ricotta: un latticino, non un formaggio

La ricotta è, in realtà, un sottoprodotto della lavorazione dei formaggi, ottenuta dal siero di latte che viene riscaldato a circa 90 gradi. Questo processo porta alla formazione dei caratteristici fiocchi. Pertanto, è corretto affermare che la ricotta non è un formaggio nel senso stretto del termine, bensì un latticino. Questa distinzione è fondamentale per comprendere le sue proprietà e il suo utilizzo in cucina.

Valore nutrizionale della ricotta

La ricotta si distingue per le sue proprietà nutrizionali, risultando generalmente più leggera rispetto ai formaggi stagionati. Essa è ricca di proteine ad alto valore biologico, sali minerali essenziali come il calcio e il potassio, oltre a contenere vitamine A e B2. La sua digeribilità e il basso indice glicemico la rendono un alimento molto apprezzato. Tuttavia, il contenuto di grassi varia a seconda del tipo di ricotta: si può scegliere tra quella di mucca, di capra, di pecora e di bufala, oltre a varianti regionali e stagionate. La scelta della ricotta e il suo abbinamento in una dieta equilibrata sono quindi fondamentali.

Ricotta: un formaggio leggero?

La dottoressa Carola Dubini, biologa e nutrizionista del Gruppo San Donato, sottolinea che la ricotta, pur essendo più leggera rispetto ai formaggi stagionati, la sua tipologia influisce notevolmente sul contenuto di grassi. Gli additivi, come la panna, possono rendere alcune ricotte più pesanti, soprattutto quelle preconfezionate. È quindi consigliabile controllare sempre le etichette dei prodotti.

Frequenza di consumo della ricotta

Secondo la dottoressa Dubini, la ricotta può essere consumata due volte a settimana. Sebbene non sia un formaggio nel senso tradizionale, è una fonte proteica e può sostituire altri alimenti ricchi di proteine come legumi, uova, pesce o carne. L’abbinamento con verdure e cereali consente di creare pasti bilanciati, evitando di utilizzarla come semplice condimento, che potrebbe aggiungere calorie superflue.

Ricotta a colazione: è salutare?

La ricotta può essere un’ottima alternativa per la colazione, fornendo una fonte proteica per il primo pasto della giornata. Tuttavia, la dottoressa consiglia di alternarla con altre fonti proteiche, come uova o hummus di legumi, per garantire una dieta equilibrata.

Tipologie di ricotta: quale è la più grassa?

Tra le varie tipologie, la ricotta di bufala si distingue per il suo sapore intenso e il contenuto calorico, apportando 215 chilocalorie ogni 100 grammi, con 17 grammi di grassi. Al secondo posto si colloca la ricotta di capra, caratterizzata da una consistenza più morbida.

Tipologie di ricotta: quale è la più leggera?

La ricotta di mucca è considerata la più leggera, contenendo solo 10,9 grammi di grassi per 100 grammi. Tuttavia, la dottoressa Dubini evidenzia che è importante considerare l’intera dieta piuttosto che focalizzarsi su singoli alimenti. La scelta della ricotta preferita può essere fatta senza preoccupazioni, purché si segua un’alimentazione bilanciata.

Tipologie di ricotta: quale è la più proteica?

La ricotta di capra è quella con il contenuto proteico più elevato, ma la dottoressa avverte che non bisogna scegliere gli alimenti solo in base al contenuto di proteine. L’equilibrio alimentare è fondamentale, e un eccesso di proteine può portare a problematiche renali.