Rider contesta il pagamento di 3 euro per 50 km e subisce una sanzione aziendale

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Un episodio di tensione si è verificato a Portogruaro, in provincia di Venezia, dove un rider si è rifiutato di effettuare una consegna di cinquanta chilometri per una paga di appena 3 euro e 20 centesimi. La situazione ha preso una piega inaspettata quando l’azienda ha deciso di punire il lavoratore disattivando il suo palmare, strumento essenziale per ricevere e gestire gli ordini. Questo evento ha sollevato interrogativi sul trattamento dei rider e sulle condizioni di lavoro all’interno delle piattaforme di consegna.

La vicenda del rider e la solidarietà dei colleghi

La vicenda ha avuto luogo nei giorni scorsi, quando il rider, incaricato di consegnare un panino per il Burger King situato nel centro commerciale Adriatico 2, ha deciso di opporsi a una richiesta che considerava inadeguata. La pioggia che stava cadendo ha reso l’idea di percorrere una distanza così lunga ancora meno allettante. La decisione dell’azienda di punirlo ha suscitato indignazione tra i colleghi del rider, i quali hanno espresso la loro solidarietà avviando uno sciopero spontaneo.

La reazione dei colleghi e la questione del ricatto

L’azione di disattivazione del palmare ha avuto un impatto diretto sulla possibilità del rider di continuare a lavorare, portando i suoi colleghi di Deliveroo a unirsi in segno di protesta. Massimo Bastia, uno dei partecipanti allo sciopero, ha denunciato il comportamento dell’azienda, descrivendo la situazione come un vero e proprio ricatto. La frustrazione di molti rider è palpabile, considerando che già a novembre erano emersi problemi simili legati a stipendi e disattivazione dei palmari.

Le problematiche dei diritti dei rider

La situazione attuale non è un caso isolato. Le problematiche legate ai diritti dei rider continuano a ripetersi, creando un clima di insoddisfazione crescente. Bastia ha affermato che non effettueranno più consegne per Burger King fino a quando il responsabile del punto vendita non si scuserà pubblicamente. Questo episodio mette in luce le difficoltà quotidiane che affrontano i rider, costretti a navigare in un contesto lavorativo caratterizzato da precarietà e sfruttamento.

Le autorità e la questione della privacy

In un contesto più ampio, la questione dei diritti dei lavoratori nel settore delle consegne è stata oggetto di attenzione da parte delle autorità. Solo pochi mesi fa, la società Foodinho, parte di Glovo, è stata multata per 5 milioni di euro dal garante della privacy per il tracciamento dei rider anche al di fuori dell’orario di lavoro. Questo tipo di pratiche ha sollevato preoccupazioni riguardo alla privacy e al trattamento dei lavoratori. Inoltre, un caso analogo era emerso l’anno precedente, quando il Tribunale di Palermo aveva definito il sistema di punteggio di eccellenza dei rider come discriminatorio.

La necessità di una revisione delle politiche lavorative

Il clima di tensione tra rider e aziende di consegna evidenzia la necessità di una revisione delle politiche lavorative e di una maggiore protezione dei diritti dei lavoratori. La situazione attuale a Portogruaro è solo uno dei tanti esempi che dimostrano come il settore delle consegne continui a essere un terreno di scontro tra esigenze aziendali e diritti dei lavoratori.