I prossimi Mondiali di calcio del 2026 si svolgeranno in un contesto unico, coinvolgendo tre nazioni: Messico, Stati Uniti e Canada. La FIFA ha manifestato grande entusiasmo per la collaborazione con Diageo, uno dei principali attori nel settore degli alcolici. Tuttavia, sorge spontanea una riflessione: dove era questa stessa energia durante i recenti eventi in Qatar?
Il legame tra alcolici e sport
Il rapporto tra sport e alcolici ha sempre suscitato dibattiti, e l’ultima edizione della Coppa del Mondo ha dimostrato quanto possa essere complesso. Con l’attenzione rivolta al futuro, in particolare ai Mondiali del 2034 che si svolgeranno in Arabia Saudita, si preannunciano ulteriori sfide. Per il 2026, però, la situazione sembra già delineata: la competizione sarà itinerante e vedrà la partecipazione di Diageo come Official Spirits Supporter. Questo accordo rappresenta un’ulteriore evoluzione nel modo in cui i marchi di alcolici si associano a eventi sportivi di rilevanza mondiale.
Non si può dimenticare che, durante l’ultima edizione dei Mondiali in Qatar, la Budweiser era sponsor ufficiale e, a causa delle restrizioni locali, ha deciso di donare la birra invenduta alla squadra vincitrice. Questo gesto ha suscitato scalpore e ha messo in luce le differenze culturali e le politiche riguardanti il consumo di alcolici nei vari paesi.
Le iniziative di Diageo durante i Mondiali
Il contratto stipulato tra Diageo e la FIFA si estende alle sedici città che ospiteranno la Coppa del Mondo. Secondo le informazioni disponibili, l’azienda prevede di implementare una serie di strategie di marketing per promuovere i suoi marchi. L’obiettivo è coinvolgere i tifosi attraverso diverse piattaforme, con attivazioni sul campo e campagne di vendita al dettaglio. La FIFA ha dichiarato che questa partnership porterà a “esperienze senza precedenti” per gli appassionati di calcio.
Romy Gai, Chief Business Officer della FIFA, ha espresso il suo entusiasmo per questa collaborazione, sottolineando l’importanza di lavorare con un leader nel settore degli alcolici in un evento di tale portata. Questa situazione ha sollevato interrogativi su come la FIFA gestisca le sue relazioni con i marchi di alcolici, soprattutto considerando le controversie emerse durante i Mondiali in Qatar.
È interessante notare che l’associazione tra sport e alcolici non è una novità. Un esempio emblematico è Heineken, che ha storicamente sponsorizzato la Champions League. Tuttavia, il silenzio della FIFA durante le problematiche legate alla vendita di alcolici in Qatar sembra contraddire l’entusiasmo mostrato ora per l’evento del 2026.
Le differenze culturali e le conseguenze
Durante i Mondiali in Qatar, la questione della vendita di alcolici ha sollevato notevoli polemiche. La famiglia reale del paese ha richiesto il divieto totale di vendita di alcolici negli stadi, portando a una situazione imbarazzante per i marchi coinvolti. La Budweiser, in particolare, ha reagito con un tweet che esprimeva la sorpresa per la decisione.
Recentemente, è emersa la notizia che ai Mondiali del 2034 non sarà consentito alcun consumo di alcolici, evidenziando l’atteggiamento restrittivo di alcune culture nei confronti del bere. La FIFA ha quindi motivo di ritenere che le esperienze offerte ai tifosi nel 2026 saranno senza precedenti, ma il confronto con il passato solleva interrogativi sulla coerenza delle politiche dell’organizzazione.
In un mondo sempre più globalizzato, il modo in cui le diverse culture affrontano il tema degli alcolici durante eventi sportivi di grande rilevanza continua a essere un argomento di discussione. La sfida per la FIFA sarà quella di navigare queste differenze in modo da garantire un’esperienza positiva per tutti i tifosi.