Il Consorzio Vini Valpolicella ha chiuso il 2024 con risultati finanziari positivi, registrando ricavi superiori a 4 milioni di euro, un incremento del 6,3% rispetto all’anno precedente. Di questa cifra, il 75,5% è stato reinvestito in attività di promozione e posizionamento della denominazione sia in Italia che all’estero, mentre l’utile netto si attesta a 11.500 euro.
Christian Marchesini, presidente del Consorzio, ha sottolineato l’importanza del bilancio 2024, evidenziando l’impegno profuso nella promozione del vino in un anno difficile per il settore, in particolare per le denominazioni di vini rossi. Marchesini ha dichiarato che l’organizzazione ha realizzato circa 70 iniziative e attività complementari, che hanno incluso eventi in 18 località internazionali, campagne di incoming sul territorio e una pianificazione promozionale intensa sul mercato domestico. Queste azioni mirano a rafforzare la presenza e l’immagine dei vini Valpolicella nel panorama globale.
Nel corso dell’anno passato, il Consorzio ha aperto 27 contraddittori, di cui 16 sono stati già conclusi con esito positivo, in particolare in Cina e nei Paesi scandinavi. Le vertenze archiviate con successo hanno contribuito a creare giurisprudenza per la tutela del Made in Italy agroalimentare. Tra i vini più difesi, l’Amarone si è distinto con 20 casi trattati nel 2024, sottolineando l’importanza di proteggere le denominazioni di origine contro le imitazioni e le pratiche scorrette.
Per quanto riguarda le politiche di contenimento della produzione, il Consiglio di Amministrazione del Consorzio ha preso la decisione di bloccare gli impianti della DOC Valpolicella per un periodo di tre anni, dal 1° agosto 2025 al 31 luglio 2028. L’assemblea ha conferito mandato al Presidente di presentare l’istanza e gestire l’iter burocratico necessario, che è di competenza della Regione Veneto. L’obiettivo è quello di formalizzare una riduzione della resa massima di uva ammessa per la produzione dei vini ‘Valpolicella’, ‘Valpolicella Ripasso’, ‘Amarone’ e ‘Recioto’, fissandola a 10 tonnellate per ettaro per le prossime tre vendemmie. Questa misura mira a garantire la qualità e la sostenibilità della produzione vinicola nella regione.